Negli ultimi 30anni c’è stata una progressiva diminuzione degli spazi abitativi, causa anche della speculazione edilizia, restringendoli sempre più fino a far sparire gli ambienti meno “indispensabili” nella casa ed ad unire varie funzioni.
In molte case odierne si “spaccia” per cucina all’americana una parete maiolicata con gli attacchi gas/acqua, per lucrare sui servizi degli appartamenti. La cucina all’americana in realtà, è un ambiente di lavoro molto comodo, caratterizzato da grande piano di appoggio, armadi dispensa, isole o penisole centrali anche attrezzate per la cottura. L’affaccio sulla sala da pranzo non è poi determinate per tale definizione ma il bancone centrale si presta tale disposizione, questo ha accelerato la sparizione della singola sala da pranzo, entrando anche nel salotto.
Non parliamo poi dei corridoi, ormai ridotti a degli spartitraffico per le stanze; l’ingresso è direttamente sul soggiorno o nella cucina, togliendo ogni privacy interna della casa. Quindi le funzioni sono rimaste ma gli ambienti dedicati non esistono più, ma con qualche escamotage visivo li possiamo ricrearli.
Infatti, non va sottovalutata la necessità di definire queste terre di nessuno per dare quel senso di “lettura” di un appartamento o casa che sia (quest’ultime avendo solitamente metrature più ampie presentano ancora queste divisioni).
Vediamo allora come poter sfruttare bene gli spazi della casa e alcuni trucchi per delimitare le zone.
Come i maestri dell’architettura contemporanea insegnano, i volumi, i colori, le luci definiscono ambienti e funzioni anche senza muri reali. Facciamo degli esempi.
L’ingresso è delimitato dall’apertura dell’anta del portone e solitamente ha i comandi delle luci vicine per quando si entra, quindi non è difficile pensare un controsoffitto, anche di bassa sporgenza, nel quale incassare giusto quei 3 faretti che “aprono” la casa, magari la forma della veletta può riprendere il semicerchio dell’apertura della porta, o magari si può sottolineare con un colore diverso, che potrebbe legarsi, non so, ad una colonna od un muretto di delimitazione.
La cucina, invece è già fortemente caratterizzata come immagine, quindi il cambio di pavimentazione legato alla presenza del bancone, è sia pratico per la diversa tipologia di sporcizia che inevitabilmente si crea nella zona di lavoro, sia indica una diversa attività.
Delle luci a discesa sul bancone o sul tavolo stesso, poi, posso ricreare quel muro virtuale tra l’ambiente pranzo e quello di lavoro.
Il corridoio è un po’ più difficile da ricreare senza “chiudere” la vista, immaginiamo degli ospiti a casa e la necessità di passare in un altro ambiente senza essere visti totalmente; la prima cosa che viene da immaginare è una bella libreria bifacciale senza schiena, magari a struttura metallica, quindi molto effimera, con piani metallici o di vetro, quindi molto sottili.
Se invece questa necessità di schermare non si pone, quadri in serie o colore alle pareti creano quella atmosfera di percorso che il corridoio deve avere, magari giocando anche con carte da parati particolari per esaltare delle rientranze tra colonne, o creando uno “zoccolo”di colore, un po’ come gli architetti del 1500 nei palazzi di rappresentanza, con altro significato, ma fare una porzione di parete, alta 120cm/110cm di un colore particolare, da quel senso direzionale tipico dei luoghi di passaggio.
Le luci in tutto ciò hanno un ruolo fondamentale, una serie di lampade a discesa, piccole ma di design, colorate o decorative possono creare un ribassamento visivo senza interventi “edili” dando un segnale simile alla veletta di cartongesso. Così come delle belle applique lungo le scale o i luoghi di passaggio creano una luce soffusa dando l’atmosfera idonea per i luoghi” promiscui”.
Al contrario sul tavolo un bel lampadario evidente ed importante che illumina bene la zona dove si mangia, stacca questo da ciò che lo circonda dandogli quell’entità separata che si è persa abbattendo i muri divisori. Piantane o luci Sali-scendi, anche per la caratteristica materica e strutturale di veri”gambi” o fili di scorrimento, dividono il salotto dal caos della cucina e si modellano con luce soffusa in basso, piano di seduta relax, o in alto a seconda dell’attività che si svolge.
Sono queste indicazioni molto generiche, perché ogni casa ha le sue peculiarità a cui riferirsi per dare significato a luoghi che ormai ne hanno perso, accorciando un po’ le linee dell’abitazione.
In generale non sempre le colonne o le rientranze dei muri sono fastidiosi ingombri da nascondere ma possono diventare elementi di carattere e di valorizzazione di quei piccoli spazi che servono, però, ad arricchire le nostre sempre più piccole case.