I giochi da tavolo sono un fondamentale fattore di aggregazione familiare e non, oltre che una non indifferente fonte di divertimento per ragazzi, ma anche adulti. Leggi la guida per conoscerne caratteristiche, tipologie, e come scegliere i migliori giochi da tavolo per ragazzi in base a criteri di qualità, prezzo, offerte e corretta informazione per il consumatore.
Parlando in generale sembra possibile identificare questa tipologia in qualsivoglia gioco che richieda per il suo utilizzo un tavolo o una superficie analoga. Generici o fallati, infatti, si rivelerebbero tentativi di definire un gioco da tavolo come gioco la cui superficie è esattamente predeterminata, poiché questo non renderebbe giustizia a quei casi in cui, ad esempio, il tabellone viene costruito mano a mano come parte del gioco.
Per ovvie ragioni, invece, non definirne l’ambito sarebbe come non definire il concetto stesso. La cultura dei giochi da tavolo è fortemente legata all’importanza che ad essa viene riservata dalle singole culture nazionali: in Germania, sede del prestigiosissimo Spiel des Jahres (premio al gioco dell’anno), essi hanno un valore molto superiore rispetto a quanto avvenga in Italia.
Per le ragioni precedentemente esposte, effettuare una precisa suddivisione nel genus dei giochi da tavolo è tutt’altro che semplice, ciononostante è indubbio come ci siano delle caratteristiche comuni ad alcune categorie di essi, caratteristiche che possono essere funzionali ad una classificazione di massima.
Giochi di Simulazione e giochi astratti
Tali giochi si fondano sul concetto di role-play, ossia di gioco di ruolo o, in chiave maggiormente complessa, di immedesimazione di un soggetto in un proprio alter ego o comunque in una dimensione a lui affine. Tale immedesimazione può essere più o meno marcata, e caratterizzata da un grado maggiore o minore di finzione: tipici esempi sono il Monopoli (in cui la simulazione investe il lato finanziario del gioco, incentrato sul mercato immobiliare), oppure il Risiko, gioco nel quale la simulazione è quella di una guerra combattuta tra i partecipanti. Antitetici rispetto ai giochi di simulazione sono i giochi astratti, che non si rifanno ad alcuna realtà, se non in modo residuale e marginale. Esempi sono gli scacchi o la dama, in cui a dire il vero ad essere prevalente è la connotazione matematica più che quella squisitamente di gioco.
Fanno ovviamente parte di tale categoria, anche se ancora differenti dai giochi di tipo matematico, quelli di parole come lo Scarabeo. Convincente, infine, sembra essere la bipartizione operata da Giampaolo Dossena, che ha portato a distinguere tra giochi di ambientazione, in cui il setting del gioco è legato a doppia mandata al gioco stesso, e giochi di simulazione, in cui il regolamento nulla ha a che vedere con l’ambientazione.
Giochi a informazione completa
Ossia quelli nei quali la fortuna è elemento assente: l’esempio di scuola è ancora una volta costituito dalla dama o dagli scacchi. In questi casi, come è evidente, lo stato e la prosecuzione del gioco sono frutto esclusivamente di scelte adottate dal giocatore. In secondo luogo, è possibile configurare i giochi di pura fortuna, nei quali, all’opposto, il giocatore non ha alcuna possibilità di scelta. È comunque importante sottolineare come i giochi di pura fortuna siano prevalentemente ascrivibili alla categoria dei giochi per bambini, mentre i giochi per adulti afferenti ad una caratteristica non del tutto deterministica vengono definiti giochi di statistici, nei quali c’è certamente un preponderante elemento casuale, ma tale elemento può essere dominato in virtù di una componente razionale del giocatore, o comunque in ragione di una possibilità di previsione di quanto succederà. Esempio classico è, anche in questo caso, il Risiko, nel quale il fulcro del gioco, ossia le battaglie, sono pur sempre decise mediante lanci di dado, ma è possibile aumentare le probabilità di riuscita di un attacco mediante attivi comportamenti dei giocatori. In generale, la casualità può essere ottenuta in modi diversi, tra i quali il più frequente, ma non l’unico, è il dado a sei facce.
Altro criterio distintivo è quello della presenza o meno della componente diplomatica. In tal senso, diventa fondamentale l’accordo tra i giocatori, che generalmente si coalizzano per penalizzare il giocatore favorito. Come nei casi precedenti, l’elemento diplomatico può essere tanto meramente di contorno, quando vera e propria colonna portante del gioco.